Il tendine d’Achille collega i muscoli del polpaccio “Gastrocnemio” e “Soleo”, all’osso calcaneare. Quando il corpo è sottostress, il tendine è costretto a lavorare maggiormente e questo può causare un’infiammazione che col tempo può produrre dei tessuti cicatriziali che ne diminuiscono la normale flessibilità. Nel caso in cui, il tendine d’Achille infiammato, continua a subire stress (spesso dovuti ad allenamenti continui), è possibile che possa definitivamente rompersi.

Il tendine d’Achille è un struttura molto importante perché trasmette degli impulsi meccanici che permettono la spinta del piede e perchè gestisce la contrazione muscolare volontaria ed involontaria. E’ il tendine più largo e forte del corpo umano; si calcola che sia in grado di sopportare carichi che possono arrivare fino a 300 kg.

La patologia colpisce soprattutto gli sportivi alla fine della loro carriera, gli sportivi che intensificano gli allenamenti dopo un periodo di riposo, colpisce quelle persone che per anni hanno sofferto di tendinite, ect..


Eziologia

La sindrome del tendine d’Achille può essere causata da fattori che tendono a stressare il tendine:

 

– poco stretching prima di un allenamento;

– aumento della distanza nella corsa;

– aumento della velocità della corsa;

– intensificazione degli allenamenti dopo un periodo di riposo;

– corsa in salita;

– utilizzo di scarpe non adatte e poco flessibili;

– pronazione eccessiva del piede.

 

Spesso la malattia colpisce gli sportivi alla fine della loro carriera e le persone che hanno eseguito delle infiltrazioni di cortisonici.



Sintomatologia

Tra i sintomi più frequenti generati dalla sindrome del tendine d’Achille:

 

– dolore sordo o tagliante lungo il tendine;

– diminuzione della flessibilità della caviglia;

– l’area dolente tende ad emanare calore e ad arrossarsi;

– formazione di un nodulo lungo il tendine (è il tessuto cicatriziale);

– scricchiolii quando si muove la caviglia.


Trattamenti

La patologia va curata sin dai primi sintomi, con una terapia conservativa che prevede:

 

– applicazioni di ghiaccio sul tendine;

– lasciare l’arto a riposo;

– evitare carichi pesanti;

– tenere il piede alzato e massaggiare la zona dolente;

– onde d'urto;

– taping kinesiologico.

Quando il nodulo si ritira, solitamente dopo 6-8 settimane, è consigliato eseguire dello stretching  per il muscolo del polpaccio, fare nuoto, spinning e ciclismo.

Per evitare l’insorgere della malattia è utile seguire i seguenti consigli:

– eseguire lo stretching prima di ogni allenamento;

– eseguire un programma di allenamento graduale;

– evitare le corse in salita.